La Falla presenta: "Non aver mai finito di dire"

La Falla presenta: "Non aver mai finito di dire"

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Event organized by Cassero LGBT center

From 17:30 to 20:30 - Terminated event -

From Thursday 17 May 2018 until Thursday 17 May 2018

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La Falla presenta “Non aver mai finito di dire. Classici gay, letture queer”, l’ultima fatica di Tommaso Giartosio: scrittore prolifico, redattore di «Nuovi Argomenti» e conduttore del programma di Rai RadioTre «Fahrenheit».

Un libro in cui si scrive di Isherwood e Proust, passando per Flaubert, Mishima e Dante Alighieri. Una lettura che non disdegna l’analisi di James Bond e che tenta un’interpretazione in chiave queer dei «Promessi sposi». Un viaggio stimolante e
... ricco di suggestioni che avremo la possibilità di affrontare insieme all’autore stesso.

Dialogheranno con Tommaso Giartosio, Giulio Iacoli (docente di teoria della letteratura e letterature comparate all’università di Parma) e Francesco Colombrita (redattrice della Falla).

INGRESSO GRATUITO

Book corner a cura di IGOR Libreria

Dalla quarta di copertina:
« “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. La definizione (anch’essa classica) di Italo Calvino è un invito a guardare ai grandi libri con occhi nuovi. Ma queste nuove letture non ci costringono forse a ripensare l’idea stessa di tradizione dei classici, e in generale ciò che crediamo di poter dare per assodato riguardo alla letteratura?
Questo libro si propone di utilizzare un unico tema specifico – la trattazione letteraria dell’omosessualità – come chiave per interrogare testi molto diversi tra loro e accedere a questioni molto più vaste. Questioni come la natura della tradizione, appunto: di cui si propone un diagramma non ad albero ma a caverna, esposto a pressioni e deformazioni. E poi l’autonomia dell’arte (ripensata sulla scorta di Colori proibiti di Mishima); l’umorismo (in Proust); il racconto di sé (attraverso Isherwood); l’etica della scrittura (con Dante e Auden). Non mancano capitoli avventurosi come quello dedicato ai Promessi sposi, oggetto di una lettura controcorrente centrata sul rapporto tra sessualità e identità nazionale, o interventi di critica culturale come quelle sulla fenomenologia del James Bond gay portato sugli schermi da Sam Mendes.
Sotto l’avvicendarsi delle analisi letterarie – che mirano a una rigorosa onestà intellettuale – va poi gradualmente emergendo il basso continuo di una riflessione sulla realtà italiana. Così raccontare il laboratorio dello scrittore gay e la sua mutata (diminuita?) posizione culturale diventa un’occasione per mettere in luce le contraddizioni del presente, i conflitti tra ethos dominante e minoranze, i concreti vantaggi e pericoli dell’identitarismo.»

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